una
casa
per
la
cultura

cdp / Arti Contemporanee

Castello di Perno – Arti Contemporanee è un sintagma dai molteplici significati. Innanzitutto è evocativo di un luogo che ha, nel territorio di Langa, evidenza e riconoscibilità. Il borgo di Perno è una quinta incastonata tra le dorsali di Serralunga e Castiglione Falletto, visibile a più ampio raggio da Novello, La Morra, Verduno, Roddi e financo da Sinio. Domina con lo sguardo le più belle vigne poste a meridione tra l’est e l’ovest, dalla vigna Rionda, per intenderci, a quelle distese sulla collina dei Cannubi. Perno tuttavia non risponde soltanto visivamente al significato letterale della sua toponomastica medievale, porta con sé una rilevante storia, più recente, sconosciuta ai più. Il Castello di Perno fu infatti sede, gemella di quella di Via Biancamano a Torino, della Casa Editrice Giulio Einaudi, in particolare residenza per lo studio e l’attività artistica degli scrittori einaudiani (tra i più assidui frequentatori Primo Levi) e teatro di seminari e incontri tra le più grandi personalità della cultura italiana dell’età repubblicana. Insomma Perno, e non solo il castello, fu casa per la cultura e vuole tornare ad esserlo, per questo si apre alle arti contemporanee e quindi concretamente si aprirà ad accogliere artisti che torneranno ad esporre le proprie opere, a scrittori e musicisti, a studiosi e a ricercatori che torneranno a discutere di letteratura e musica, di storia e filosofia, di diritto ed economia
IL progetto artistico del castello di perno è realizzato in collaborazione con

Perno 1 – Ibrida

In occasione del venticinquesimo anniversario di Artissima, Castello di Perno Arti Contemporanê presenta una mostra collettiva a cura di Alberta Romano e Clarissa Tempestini.

IBRIDA è una mostra di dieci artisti italiani nati tra il 1929 e il 1993 scelti per la loro ricerca che rielabora e indaga il superamento dei vincoli stilistici e concettuali del medium pittorico, ritrovando nella sperimentazione l’importanza essenziale del fare e della concretezza del pensiero. Il punto di partenza è la ricerca sulla pittura e sul confine oggetto-quadro come idea di origine creativa, come la tela che nel suo percorso trova l’ibridazione di agenti attesi come la storia, le condizioni socio-economiche, le correnti artistiche italiane, ma soprattutto di quelli inaspettati, che, più di ogni altro tipo di fattore, permettono all’opera di sfuggire dalle dinamiche predeterminate e di costruire un discorso nuovo e visionario, che concilia il materico, l’informale, il naturale e l’inventiva.

La mostra viene allestita in quella dimora che fu in passato, e intende ritornare ad essere, casa per la cultura. Il Castello di Perno infatti fu sede, gemella di quella di via Biancamano a Torino, della Casa Editrice Giulio Einaudi, in particolare fu residenza per lo studio e l’attività artistica degli scrittori einaudiani (tra i più assidui frequentatori Primo Levi) e teatro di seminari e incontri tra le più grandi personalità della cultura italiana dell’età repubblicana.

Perno 2

A distanza di un anno dal progetto che ha visto il Castello di Perno ampliare la sua vocazione culturale – già cruciale nella storia della letteratura italiana – accogliendo per la prima volta nelle sue sale opere d’arte contemporanea, ecco una nuova e numericamente più ampia mostra collettiva, voluta per consolidare definitivamente – e nel tempo – il celebre Castello quale spazio espositivo d’eccezione per il Piemonte e l’Italia in generale. Se nel 2018 la mostra dal titolo “Ibrida”, a cura di Alberta Romano e Clarissa Tempestini, aveva posto l’attenzione sul concetto di ibridazione concettuale e formale dell’esperienza artistica, selezionando dieci più o meno giovani autori italiani, accompagnandoli ad un maestro storico, Elio Marchegiani, voluto per la sua poliedricità e trasversalità di ricerca, in questa nuova occasione si è spostato il fuoco dell’analisi del territorio nazionale prevalentemente sulla generazione intermedia, contemporaneamente liberando il progetto da un filo conduttore tematico e giungendo a raccogliere una selezione di quel variegato clima artistico italiano che trova origine nel corso degli anni Novanta, e definitiva maturazione tra primo e secondo decennio del nuovo millennio. Ciascuno con un’opera, i diciotto artisti invitati a presentarsi hanno accolto l’invito a dialogare con il loro lavoro all’interno di uno spazio ricco di storia, emotivamente coinvolgente ed artisticamente stimolante, liberi da vincoli tematici, così come slegata da un approccio tematico è stata la scelta curatoriale, affidata al comitato scientifico della Musketeers, società curatrice dell’evento, che ha prediletto ricerche disparate che forniscano dell’attuale panorama artistico nazionale una visione il più possibile di ampio respiro. La collettiva, infine, come nella scorsa edizione, è stata inserita tra gli eventi collaterali di Artissima, a testimonianza dell’importanza di questa nuova occasione espositiva che il Castello di Perno offre agli artisti, al territorio, ai collezionisti, ed agli appassionati di Arte contemporanea.

Perno 3 – Naturae Semper

Il Castello di Perno rinnova e ribadisce la Sua recente vocazione all’arte contemporanea con la mostra personale dedicata all’artista torinese Piero Gilardi ed intitolata Naturæ Semper. Curata dalla Musketeers in collaborazione con Gufram e con il supporto della Galleria Giraldi, la mostra si disloca negli antichi ed affascinanti spazi della struttura che fu crogiolo culturale e base operativa della Casa Editrice Einaudi, raccontando attraverso trentanove lavori la poetica del Maestro e la storia della Sua collaborazione con la nota azienda di arredamento e design di Barolo. Sono riuniti e presentati infatti per la prima volta al pubblico oggetti celebri del design italiano realizzati dall’artista torinese per la Gufram quali il tappeto Pavépiuma del 1967, il sistema di sedute Sassi, dell’anno seguente, la poltrona Mela morsicata del 1971, la lampada Sassi del 1973 ed il tavolino da fumo Massolo, del 1974, soltanto per ricordare i più celebri: pezzi iconici, alcuni dei quali presenti in prestigiose collezioni internazionali che spaziano dal Metropolitan Museum of Art di New York al Museum of Fine Arts di Houston, dal Denver Art Museum al Montreal Museum of Fine Art. Ampio risalto è poi dato alla produzione artistica del Maestro, con una ricca selezione dei suoi celebri Tappeti Natura, attraverso i quali sono raccontati esaustivamente oltre cinque decenni di attività e la ricchezza di un corpus poetico coerente ma sempre capace di rinnovarsi ed affascinare lo spettatore. Brani di paesaggio, a grandezza pressoché naturale, scolpiti nel poliuretano espanso e dipinti in maniera assolutamente realistica, al limite dell’iperrealismo, nati per interagire sensorialmente con il corpo e la mente del fruitore, per accoglierlo ed essere percorsi, attraversati, toccati, vissuti, che non hanno artisticamente, visivamente e concettualmente, antesignani e che pongono Gilardi tra i piu grandi innovatori delle arti visive del secondo Novecento. Per l’occasione sarà editata una pubblicazione curata da The Musketeers con un testo critico di Gianni Schiavon e una intervista al Maestro a cura di Clarissa Tempestini.

CDP / ARTE

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