Tra maestria e i ritmi della terra:
la nostra vendemmia 2020

“L’estate viene. Ma non viene che per quelli che sanno attendere, tanto tranquilli e aperti come se avessero l’eternità davanti a loro. Lo imparo tutti i giorni a prezzo di sofferenze che benedico: pazienza è tutto”.

Quando Rainer Maria Rilke scriveva queste parole a inizio Novecento all’amico e scrittore Kappus pensava al lavoro creativo dell’artista e non di certo alle vigne. A leggerle bene oggi, però, le sue parole ci dicono tanto anche dell’opera del vignaiolo. Per chi si occupa delle viti, così come per chi crea, la pazienza è infatti una virtù fondamentale: tanto per l’attesa dei tempi della natura quanto per la consapevolezza che dalla natura può arrivare, in qualsiasi momento, qualcosa di buono oppure di cattivo. Il vignaiolo e l’artista sanno bene che, se si vuole davvero creare qualcosa di bello e di valore, “un anno non conta” e “dieci non sono niente”. A contare sono invece la maestria, la cura e l’attenzione che, nella ripetizione di gesti quasi sacrale, pongono giorno dopo giorno le basi di un germoglio buono. Che poi alla fine dà sempre i suoi frutti.

Così è stato per la vendemmia del 2020, giudicata all’unanimità dai viticoltori delle Langhe un’ottima annata, sia per le buone condizioni metereologiche sia per il livello di maturazione dell’uva, due fattori che insieme hanno permesso di raccogliere uve sane e ideali per ottenere risultati enologici importanti. Una stagione quasi perfetta, che abbiamo vissuto come un segnale luminoso in questo anno così difficile per tutti. Da noi al Castello di Perno questa è stata un’annata eccezionale, con una delle vendemmie migliori di sempre. Innanzitutto perché le nostre viti hanno risposto bene all’anticipo vegetativo dei primi germogli dopo un inverno mite. Il risultato? Sessantamila bottiglie fra tutte le varietà della nostra cantina (che potete esplorare qui). Una produzione medio-piccola, ma arricchita da una qualità dell’uva di prim’ordine.

Il racconto di una vendemmia non è mai uguale a quello precedente. Tutto può variare e ogni anno porta con sé nuove sorprese. Dal Barolo di Castelletto al Dolcetto d’Alba, passando per la Langhe Nascetta fino al Nebbiolo, quest’anno tutti i terroir degli oltre 13 ettari della nostra azienda si sono rivelati rigogliosi nei mesi di maturazione, caratterizzati da un marzo piovoso e da una primavera lieve, con una buona escursione termica tra notte e giorno durante l’estate senza picchi eccessivi di caldo. Ingredienti che ci hanno permesso di scegliere quando iniziare la raccolta, al contrario di un anno fa. Ma la vendemmia va ben oltre il solo periodo della raccolta. Esiste tutta una fase preparatoria verso fine agosto, dedicata ai controlli analitici e fitosanitari, che poi muove verso una fase più sensoriale, durante la quale i nostri enologi assaggiano l’uva e decidono in base al gusto se è arrivato il momento di raccoglierla. È questa un’arte affinata negli anni, che nelle nostre zone intreccia allo studio continuo il sapere tramandato dalla tradizione vinicola delle Langhe. Siamo partiti con la vendemmia del Dolcetto d’Alba e della Nascetta a metà settembre, a ottobre è stato il turno della Barbera e del Nizza, seguito dal Nebbiolo fino alla fine del mese. Quasi due mesi in totale, trascorsi seguendo passo per passo i ritmi di ciascuna vigna.

Ecco quindi l’elogio della pazienza. Perché non soltanto i risultati finali di molti vini prodotti nel 2020 li vedremo tra qualche anno – il Langhe Nebbiolo e il Nizza nel 2022, il Barolo Castelletto nel 2024 e il Perno Riserva addirittura nel 2026, mentre il Dolcetto, la Barbera e la Nascetta arriveranno già a settembre 2021. Ma perché ogni terreno che lavoriamo viene interpretato in modo sartoriale. Chiunque coltivi viti nelle Langhe, Patrimonio Unesco dell’Umanità, sa che ogni appezzamento è diverso e necessita di cure specifiche. Cambia il clima a seconda dell’esposizione e dell’altitudine, cambia la tipologia del suolo, cambia di conseguenza il profumo e la consistenza di ogni vino. Così nasce un Dolcetto, come quest’anno, ricco ed elegante nei profumi, la Barbera si presenta con un buon tenore zuccherino bilanciato da una corretta acidità e un profumo di ciliegie sotto spirito e viola molto netti, e il Barolo Castelletto lascia già presagire un vino molto profumato dalla grande personalità. E poi c’è il nostro metodo, rigorosamente biologico, che richiede tutto l’anno una cura costante delle vigne, fatta di almeno tre controlli a settimana durante il periodo di maturazione per verificare la salute delle piante che si sviluppano senza alcuna sostanza chimica.

È una lentezza estranea ai ritmi della modernità. Ma è il ritmo della cura, dell’elevato livello di competenza e del rispetto della nostra terra che dà sapore ai nostri vini.

Non vediamo l’ora di condividerli con voi. Vi aspettiamo!

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