Il Castello di Perno  è denso di storia ed è diventato una realtà molto importante. Qui la vinificazione è segno prima di tutto di storia, legame al territorio e cultura.

Cultura e territorio, binomio indissolubile soprattutto quando si tenta di descrivere le caratteristiche di certi vini, in un periodo dove è forte la necessità di ritornare agli aspetti culturali che caratterizzano la nostra bella Italia. 

Castello di Perno, storia

Alla fine degli anni settanta del secolo scorso, il Castello fu acquistato dalla casa editrice Giulio Einaudi che ne fece la sede secondaria, gemella di quella primaria in Via Biancamano a Torino. Divenne presto la sede lavorativa per i propri scrittori più influenti dell’epoca fra i quali Primo Levi: il silenzio che domina le sale del castello è davvero magico, dove il chiacchiericcio degli intellettuali dell’epoca sembra  ancora vivo. 

Dal 2012 il Castello è di proprietà dell’avvocato milanese e docente di diritto civile Gregorio Gitti: amante del buon vino ma non solo, l’imprenditore meneghino è riuscito a concretizzare la sua più grande passione – l’arte – facendo sì che alla storia del castello si unissero gli aspetti artistici ed espressivi,  dalla musica alla letteratura, favorendo agli addetti ai lavori di esprimersi in uno spazio unico.

Il Castello di Perno è diventato, nel tempo  un polo di accoglienza aperto del tutto particolare nel suo genere: una  Casa per la Cultura e sede di un’Associazione d’Arte Contemporanea, che sviluppa le proprie attività collaborando con successo all’interno di varie e importanti manifestazioni artistiche e culturali italiane.

Amore per l’arte e attenzione alla valorizzazione di una cultura dedita alla vinificazione delle uve di proprietà: Castello di Perno è, infatti, una realtà vinicola che produce vini non solo di qualità, ma che rispecchia fedelmente l’identità e la forte personalità delle Langhe, volendone  aggiungere una connotazione contemporanea in una sorta di  transfert” culturale all’interno dei processi di conoscenza del vino.

Barolo Castelletto 2017 DOCG

Le due anime, quella classica e quella contemporanea che identificano perfettamente la filosofia della cantina,  si riflettono in particolar modo nel prodotto finale dei vini: a partire dal Barolo Castelletto 2017 DOCG, prodotto identitario della zona ed espressione vitale per l’azienda. Dalle note morbide, eleganti, corpose, con una struttura leggermente minerale, quale è il terreno tipico di Serralunga, questo è il vino che più di tutti racconta l’anima classica della cantina e del suo processo di vinificazione. 

Langhe Nascetta Doc

A riprova, invece, di come la contemporaneità possa andare piacevolmente a braccetto con la classicità, il Langhe Nascetta Doc ne è un esempio interessante:  vitigno autoctono piemontese semi aromatico a bacca bianca, appartenente alla macrofamiglia del Vermentino,  già nell’ 800 era noto per le sue qualità in termini di freschezza, di balsamicità , dai profumi di sottobosco e ricco di marna ( cioè terreni costituiti da calcare e argilla in pari quantità). Questi terreni donano al vino colori compatti e profondi, profumi intensi e variegati, buona struttura, ricchezza di alcol e bassa acidità, qualità fine e longevità. 

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