Il panorama che si gode dal Castello di Perno toglie il fiato perla bellezza. Le colline vitate, gli scorci sui boschi, i profili dei castelli immersi nella nebbia, sono peculiari del paesaggio delle Langhe e hanno qualcosa di veramente struggente. Il Castello di Perno è un fortino difensivo medievale, trasformato qualche secolo dopo in dimora residenziale dopo l’acquisto da parte dell’editore Giulio Einaudi, che lo usava come sede di lavoro, incontrando nei saloni scrittori, giornalisti e poeti.

Tra gli assidui frequentatori spicca Primo Levi, al quale è dedicata la piccola piazza sotto le mura del castello. Dunque, un pezzo della cultura e della storia italiana che dal 2012 è di proprietà di Gregorio Gitti, avvocato e docente di diritto civile all’Università degli Studi di Milano, che lo ha trasformato in Casa di Cultura e Associazione Culturale d’arte Contemporanea, dedicando un piano dell’antica dimora ad uno spazio espositivo per artisti, dove anche la musica e la letteratura sono presenti.

Nel 2013 Gregorio Gitti parte anche con il progetto vino, come completamento della cultura che abita da sempre al Castello di Perno, come patrimonio culturale, come traccia storica del popolo, delle tradizioni e delle usanze di Monforte d’Alba. Lo fa impiantando vigneti di nebbiolo, in quella parte delle colline che per estensione e ampiezza (l’intero territorio sfiora i 190 ettari totali) è terza solo a Bussia e Bricco San Pietro, con l’obiettivo di produrre grandi vini identitari, verticali e riconoscibili, di quell’areale.

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